Dopo i 65 anni, circa una persona su tre cade almeno una volta l’anno; dopo gli 80 anni una su due. In circa la metà dei casi, le cadute tendono a ripetersi. Un caso su 40 richiede l’ospedalizzazione (fratture varie, spesso del femore, 7%) e di questi, solo la metà sopravvive a distanza di un anno. Ciò accade perché invecchiando, l’intero sistema che regola l’equilibrio va incontro ad un progressivo deterioramento funzionale, in tutte le sue tre componenti: sensoriale (vista, udito, ecc), centrale (difficoltà ad integrare ed elaborare le informazioni) e muscolare (ridotto tono muscolare e coordinamento motorio). Tale condizione, in analogia con i termini di presbiopia e presbiacusia, è chiamata presbistasia.
Tutti gli anziani sono soggetti a tale deterioramento anche quelli cosiddetti “fit” cioè in buona salute. Le cause che rendono invece un anziano fragile o “frail” sono: alimentazione carente, debolezza, facile affaticamento, indebolimento osseo e muscolare, ridotta riserva funzionale, declino cognitivo, solitudine, instabilità, alterazioni di andatura ed equilibrio, cadute e disabilità. Inoltre, ogni anziano che assume 4 o più farmaci giornalmente è da considerare a rischio cadute.
Nei soggetti anziani risultati a più alto rischio di cadute, si dovrà poi attuare un programma di prevenzione che preveda non solo la cura delle patologie, vestibolari e non, che possono causare cadute, ma anche l’identificazione e correzione di eventuali rischi ambientali (illuminazione, gradini, calzature, tappeti, pavimenti, etc.), il potenziamento della muscolatura degli arti inferiori e dell’equilibrio in generale, oltre ad un’attività fisica moderata (passeggiare per almeno 30 minuti al giorno). È stato descritto un caratteristico ciclo della caduta, in quanto l’anziano che è già caduto una volta o che ha comunque una forte paura di cadere, per essere più sicuro tende a diminuire la propria attività motoria. Questo comporta una ulteriore diminuzione di forza ed equilibrio con conseguente aumento del rischio di caduta e concreta alta possibilità di cadere di nuovo, o per la prima volta. La caduta rappresenta sempre un evento temibile per l’anziano, non solo per le conseguenze in termini di disabilità, ma anche per le sue ripercussioni psicologiche. Le conseguenti perdita di sicurezza e paura di cadere di nuovo, possono infatti accelerare il declino funzionale ed indurre depressione ed isolamento sociale. Oltre ad applicare norme concrete di prevenzione ambientale e sanitaria, si deve anche fornire rassicurazioni psicologiche all’anziano ed è a tal fine utile anche infondergli una maggiore tranquillità,
Utile alla protezione di questa categoria di persone ma anche a tutto il resto dell’umanità può essere tenere a mente alcune regole base per imparare a rialzarsi dopo una caduta:
- dopo la caduta, controllare se si sia rotto un osso (arto superiore o inferiore oppure anca)
- se sì, chiamare ambulanza e non muoversi, altrimenti procedere alla sequenza successiva
- girarsi a pancia in giù
- mettersi carponi ed avvicinarsi ad un mobile o qualsiasi cosa solida e stabile
- usarlo come punto di appoggio per rialzarsi
- alzarsi e sedersi per recuperare energie
- se non si riesce ad alzarsi, sarà necessario tenersi al caldo (avvolgendosi in qualsiasi cosa come tovaglia, cappotto, tovaglia, asciugamano ecc.)
Dott.ssa Elisabetta Sartarelli
Medico Chirurgo- Otoiatra, Audiologo
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